Astronomia cinese

La carta celeste di Dunhuang della dinastia Tang (regione del polo nord). Si ritiene che questa carta celeste risalga al regno dell'imperatore Zhong Zong (705–710). Fu trovata a Dunhuang, Gansu. Le costellazioni delle tre scuole astronomiche erano distinte con colori diversi: bianco, nero e giallo rispettivamente per le stelle di Wu Xian, Gan De e Shi Shen. L'intera serie di carte celesti conteneva 1.300 stelle.

L'astronomia in Cina ha una lunga tradizione: gli storici indicano che i Cinesi furono a livello globale i più assidui e accurati osservatori dei fenomeni celesti prima degli Arabi.[1] I nomi delle stelle, in seguito categorizzati nelle ventotto case lunari, sono stati trovati sugli ossi oracolari portati alla luce ad Anyang, risalenti alla media dinastia Shang (età del bronzo cinese), e il nucleo del sistema delle case lunari (xiù: 宿) sembra aver preso forma verso il tempo del re Wu Ding (1339-1281 a.C.).[2]

Le registrazioni dettagliate delle osservazioni astronomiche cominciarono durante il periodo dei regni combattenti (IV secolo a.C.) e fiorirono dal periodo Han in avanti. L'astronomia cinese era equatoriale, incentrata com'era sull'osservazione ravvicinata delle stelle circumpolari, ed era basata su principi diversi da quelli prevalenti nell'astronomia tradizionale occidentale, dove le levate e i tramonti eliaci delle costellazioni zodiacali formavano la struttura base dell'eclittica.[3]

Alcuni elementi dell'astronomia indiana raggiunsero la Cina con l'espansione del buddhismo dopo la dinastia Han orientale (25-220 d.C.), ma l'incorporazione più dettagliata del pensiero astronomico indiano avvenne durante la dinastia Tang (618-907), quando numerosi astronomi indiani si trasferirono nella capitale cinese, e studiosi cinesi come il grande monaco buddhista tantrico e matematico Yi Xing padroneggiarono il suo sistema. Gli astronomi islamici medievali collaborarono strettamente con i loro colleghi cinesi durante la dinastia Yuan e, dopo un periodo di relativo declino durante la dinastia Ming, l'astronomia fu rivitalizzata sotto lo stimolo della cosmologia e della tecnologia occidentale dopo che i Gesuiti fondarono le loro missioni. Il telescopio fu introdotto nel XVII secolo. Nel 1669, l'antico Osservatorio imperiale di Pechino fu completamente riprogettato e dotato di nuove apparecchiature sotto la direzione di Ferdinand Verbiest. Oggi, la Cina continua a essere attiva nell'astronomia, con molti osservatori e un proprio programma spaziale.

  1. ^ Needham, volume 3, p. 171
  2. ^ Needham, volume 3, p. 242
  3. ^ Needham, volume 3, pp. 172-3

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